7 marzo 2022

L’energia è preziosa, è ricchezza, benessere.

Ed è sinergica con l’ambiente. solo chi pontifica dall’alto li vede contrapposti.

Così come chi contrappone lavoro e salute. Quasi fosse facile lavorare senza salute, o godere di buona salute se il lavoro non c’è.

Per 60 anni abbiamo demonizzato l’energia, per la precisione le nostre fonti di produzione dell’energia, salvo poi innamorarci delle altrui.

I padri fondatori dell’Europa ne avevano ben contezza, di fatti la prima Istituzione dell’Europa postbellica fu la CECA, Comunità Europea per il Carbone e per l’Acciaio, nel lontano 1951. Nel 1957 fu istituito l’EURATOM il giorno stesso della CEE, Comunità Economica Europea, trattati di Roma.

CECA – Comunità Europea per il Carbone e per l’Acciaio – Trattato di Parigi del 18 aprile 1951

A firma di Robert Schuman, Ministro degli Esteri francese, Konrad Adenauer, Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, e Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio italiano

Tutte cose ora demonizzate, tant’è che l’acciaio del Ponte di Genova l’abbiamo comprato dall’Ucraina, non dall’Ilva di Cornigliano che sta lì di fronte.

Il carbone

Non posso non ricordare quanto il carbone interessasse davvero le popolazioni, oltre che i Governi.

Ricordo quando da bambino vedevo tanti anziani che cercavano rami e ramoscelli e raccoglievano castagne sui vialetti, per scaldarsi – a quell’epoca essere anziani, pensionati, era sinonimo di povertà se non peggio, non c’era ancora stata la generosa Riforma Brodolini. Da qualche parte lessi che nella Londra del primo dopo guerra non c’erano più alberi: spero fosse una fake. Comunque, i pochi anziani che potevano comprarsi il carbone, il coke, e bruciarlo nelle loro stufe, spesso integrate con i fornelli domestici, si ritenevano fortunati, rimarrebbero perplessi se sapessero dell’attuale demonizzazione del carbone. E ricordo di aver incontrato nel 1982 degli anziani, a Rovereto, che raccontavano che loro si facevano la doccia fredda. Non erano ricchi, ma neanche poveri. Altro che riscaldamento climatico! 

Non solo loro: non posso non ricordare quanto il carbone contò in termini di lavoro, di uscita dalla povertà se non dalla miseria, ma anche di emancipazione e internazionalizzazione, e forse anche di pacificazione, nel dopoguerra. Il Belgio aveva il carbone, ma non sufficiente manodopera per estrarlo, noi tantissimi disoccupati. Ci furono accordi, all’Italia venne riconosciuto un tanto di carbone per ogni italiano che andasse in Belgio come minatore. Ovviamente, certificato di buona condotta e visita medica. Certo le condizioni di vita dei minatori non erano facili, né all’interno delle miniere, ma nemmeno all’esterno. Però per la maggior parte di loro erano migliori di quelle che avevano nell’Italia, che qualche anno prima aveva scelto la guerra, e potevano mandare soldi alle famiglie: le rimesse degli emigranti. Purtroppo, come prevedibile, capitarono incidenti, e disastri, quali la tragedia di Marcinelle, 8 agosto 1956, 262 morti in miniera, di cui 136 italiani.

Insufficienti misure di sicurezza? Evidentemente sì, ma la sicurezza è relativa, non assoluta. Il mestiere del minatore è pesante, difficile e pericoloso. Però ricordo le interviste a minatori del Sulcis, quando le miniere furono chiuse. Erano bravi minatori, orgogliosi di esserlo, furiosi che Governo ed ambientalisti gli togliessero il lavoro, i mezzi per lavorare. E avevano pure ragione.

Dopo il carbone, l’atomo.

CEE  ed EURATOM nacquero nello stesso giorno:

Trattati di Roma – 25 marzo 1957

CEE: Comunità Economica Europea

EURATOM (o CEEA): Comunità Europea per l’Energia Atomica.

 

L’operosa Italia del dopoguerra si mosse subito con velocità e solerzia:

1958-1962           realizzazione della centrale elettronucleare di Latina – 160 MWe

1959-1963           realizzazione della centrale elettronucleare di Garigliano – 160 MWe

1961-1964           realizzazione della centrale elettronucleare Enrico Fermi di Trino Vercellese – 270 MWe

A quel punto l’Italia era il terzo Paese al mondo per produzione di energia elettrica dal nucleare (da cui il termine elettronucleare) e disponeva di competenze ed un know-how molto avanzato.

Ma già si profilavano tempi cupi (per usare un eufemismo).

A dare un forte impulso alla realizzazione delle suddette centrali, ed impegnato ad assicurare l’indipendenza energetica dell’Italia, era il CNEN, Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, presieduto dall’ing. Felice Ippolito, persona dotata di incredibile assertività: così mi disse il mio primo Direttore, al Centro Ricerche Fiat, dr. Scalet, che lo conobbe in una conferenza.

Ippolito fu accusato di peculato ed abuso d’ufficio, arrestato il 3 marzo 1964, condannato ad 11 anni di reclusione – a mia memoria, fu l’unico personaggio importante condannato a quell’epoca per peculato. Perché proprio lui?

Mi è stato detto che stesse addirittura sviluppando una bomba atomica, l’atomica italiana.

Infatti, due anni dopo fu graziato proprio da uno degli accusatori, l’on. Giuseppe Saragat, torinese, nel frattempo diventato  Presidente della Repubblica, ma intanto, privo della sua spinta e sbranato da vari poteri forti, il nucleare italiano era praticamente finito. Da allora ad oggi una sola centrale nucleare è stata aperta, quella di Caorso (Piacenza), 2 GWe, ma chiusa pochi anni dopo, grazie al referendum sul nucleare, effettuato l’8 novembre 1987, un anno e mezzo dopo Chernobyl (25-26 aprile 1986)

Le competenze nel frattempo si stavano perdendo, nei primi anni ’60 tutte le grandi industrie italiane, pubbliche e private, avevano il loro settore nucleare, la Fiat l’aveva a Torino, in Via Cuneo, e fu la prima a smobilitarlo, negli anni ’70, convertendolo in TTG (turbine  turbogas). Alcuni dei valenti tecnici andarono alla Direzione Centrale Ricerche, futuro Centro Ricerche Fiat, in posizioni apicali: ricordo al riguardo con piacere e gratitudine gli ingg. Campanile e Leopoldo Chinaglia. Ove continuarono ad occuparsi di energia, di riduzione dei consumi energetici.

Le centrali nucleari una volta chiuse continuano a produrre calore, a quel punto diventano un costo, ed un grosso problema, invece che una risorsa. Questo, insieme con la fortissima contrarietà dell’opinione pubblica in Italia, dovrebbe escludere la realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia. Nel 2008, quando il tema centrali nucleari era tornato di moda, sarebbe stata piuttosto da prendere in considerazione la proposta dell’Albania di realizzarle in loco. Della radioattività parleremo nel capitolo su Chernobyl. Prima ne vediamo le conseguenze su Hiroshima e Nagasaki.

il giorno prima di Chernobyl il petrolio quotava 6 € al barile, qualche giorno dopo 20.

L’energia idroelettrica

Ma nel frattempo era franato – purtroppo in tutti i sensi – pure l’idroelettrico.

L’energia idroelettrica è la più pulita, la più tradizionale. Molto semplicemente, l’acqua cade sulle palette, sui cucchiai di una turbina, la fa girare, la turbina è collegata con un alternatore che produce corrente elettrica. Per disporre di tanta acqua, che cade dall’alto, e produce tanta corrente, e se ne può regolare l’utilizzo, venivano costruite dighe.

Le dighe hanno anche una importante funzione di bacino idrico, ora che si assiste a lunghi periodi di siccità alternati a piogge fortissime, sarebbero utili.

Qual è il problema? Anzi, quale fu? Fu che poco dopo costruita la grande centrale del Vajont, la adiacente montagna franò, la diga resse ma l’imponente caduta di materiale provocò la catastrofica fuoriuscita di una montagna d’acqua, 2.000 vittime. 9 ottobre 1963.

Dopo di che si decise: basta energia idroelettrica.

Un dubbio: è normale che una montagna frani così rovinosamente? proprio quella?
E’ una curiosa coincidenza che negli stessi anni. 1962-64, due tra i nostri migliori imprenditori-manager, Enrico Mattei e Felice Ippolito, entrambi operanti nel campo dell’energia, finissero l’uno in galera, l’altro morto ammazzato?

240411 – Turbina idroelettrica, cosa è e come funziona: i tre modelli usati nelle centrali e la potenza (msn.com)

 

anni ’60: arriva il metano

Un evento epocale. “Arriva il metano, cresce l’azzurro” era lo slogan, e pure il cartellone, che accompagnava l’ingresso in Italia del metano nelle condutture del gas domestico, fino ad allora alimentate da un gas, chiamato, propriamente o meno, “gas città”, che conteneva CO, ossido di carbonio. Il quale, a parte l’inquinamento, come noto è un gas tossico, anzi letale, nonché subdolo: prima addormenta, poi uccide.  

RIDUZIONE CONSUMI ENERGETICI: il CENTRO RICERCHE FIAT

Negli anni ’70, in particolare dopo la crisi petrolifera del 1973, conseguente alla guerra del Kippur, 6-25 ottobre 1973, al Centro Ricerche Fiat furono sistematicamente avviati progetti e ricerche per la riduzione dei consumi energetici, in particolare nell’autotrazione, ma non solo: il motore eolico, realizzato 30 anni prima che si diffondesse in Italia, ed il TOTEM, che, utilizzando il motore da 903 cm3 della Fiat 127, produceva sia calore per riscaldamento, sia energia elettrica. Anni dopo VW realizzò un dispositivo similare, basato su motore Golf, e ne vendette molti.

le rinnovabili

I motori eolici

sviluppati al Centro Ricerche Fiat già negli anni ’70, ci sono voluti 30 anni per installarli

Il fotovoltaico:

La tipologia: abbiamo installato fotovoltaico efficiente, durevole e facilmente riciclabile? già nel 2009 scoprii che le Case automobilistiche giapponesi vantavano di aver ricoperto i tetti dei loro stabilimenti con fotovoltaico “thin film sylicon free”, che costava di meno, aveva efficienza doppia rispetto a quello utilizzato in Italia, durava di più e si riciclava meglio. Chiesi spiegazione alle Aziende che venivano ad illustrare a noi ingegneri i loro prodotti fotovoltaici. Tutti contrariati dalla mia domanda, uno ammise: è quel che passa il convento…

Le autorizzazioni: volevo installare pannelli semitrasparenti di fotovoltaico sulle ringhiere della mia abitazione, con vantaggi anche estetici, occorrevano tante autorizzazioni, se mancava qualcosa rischiavo addirittura la galera, trattandosi di zona a vincolo paesaggistico.

I biocombustibili. In Italia rappresentano una enorme opportunità, anche per agricoltori ed allevatori. Pure loro sviluppati già 50 anni fa dal Centro Ricerche Fiat, non sono ben visti dal pubblico e dagli “ambientalisti”, che invece preferiscono le inquinanti pellets, talora letali. 

 
Energia “pulita”? la fusione “fredda”

Per concludere i 60 anni di “energia”, anticipiamo un argomento cui dedicheremo una pagina più avanti.

Quando qualcuno parla di “nucleare pulito”, o di “nucleare di ultima generazione”, dovreste domandargli di cosa sta parlando: parla di nucleare di ultima generazione, basato sulla fissione, o parla di nucleare basato sulla fusione? fusione e fissione sono radicalmente diverse, così come fendere è antitetico a fondere (fondersi assieme). Da oltre mezzo secolo si parla di “fusione fredda”, controllata con robusti campi elettromagnetici; solo negli anni ’90 un ricercatore affermò di averla realizzata, sia pur per una frazione infinitesima di secondo. Di recente, una azienda che fa capo a Google ha affermato di esser riuscita a mantenerla per ben 5 secondi, con una potenza erogata di 11 MW: fantastico! Di certo esiste la fusione nucleare “calda”, molto calda, quella che si realizza nel sole, e nelle bombe ad idrogeno, ove tipicamente da luogo ad una potenzialità distruttiva pari a qualche decina di milioni di tonnellate di tritolo, cioè migliaia di volte quelle di Hiroshima e Nagasaki. Fisicamente, cioè come reazione nucleare, fusione calda e fredda sono identiche, 

Alla fusione calda, in cui due atomi di idrogeno si fondono, liberando una quantità enorme di energia, si perviene attraverso l’esplosione di una bomba atomica, perché solo così si riesce a dare tanta energia ai due atomi di idrogeno da convincerli a fondersi assieme. È come se uno, in prossimità della vetta di una altissima montagna, desse un robusto calcione ad una pietra, o un masso, di modo che questo arrivi fino in cima, e poi di lì precipiti a valanga giù dal lato opposto: una terribile valanga. Come detto, la reazione nucleare è la stessa, fusione calda o fredda, quindi anche nella fusione fredda è necessario fornire una enorme quantità di energia per fondere due nuclei di idrogeno, che a quel punto sviluppano una quantità di energia immensa, Il principio su cui si basa la fusione fredda è fondere solo una piccolissima quantità di idrogeno, l’innesco della reazione ed il controllo vengono effettuati attraverso potentissimi campi elettromagnetici. Sarebbe splendido ottenere così tanta energia, quindi auguri, ma non pensiamo che sia lì dietro l’angolo. E soprattutto non confidiamo troppo che sia pulita e sicura…

Il peggior disastro immaginabile per un tradizionale reattore a fissione è che si surriscaldi e vada in pezzi, liberando nell’ambiente le sostanze radioattive in esso contenute, ma non può e non potrà mai diventare una bomba atomica. E nel caso della fusione? 

Qualcuno quando parla di “reattori di nuova generazione” intende reattori autofertilizzanti, cioè che producono più combustibile nucleare di quanto ne consumino (bella cosa), in genere sono detti “veloci” perché utilizzano neutroni veloci, cioè reazioni nucleari innescate da neutroni veloci, mentre tutti gli altri reattori utilizzano neutroni molto rallentati; sono raffreddati a gas o, più tipicamente, a sodio. Il primo progetto risale ad Enrico Fermi, primi anni ’50, principale realizzazione il Phoenix, nei primi anni ’70. chiuso dopo 35 anni, per le pressioni di “ambientalisti”.

Errori?

A fine anni ’80-inizio anni ’90 si assisteva a manifestazioni contro il nucleare con cartelli “SÌ CARBONE NO NUCLEARE”. Dopo 20 anni gli stessi, o i loro figli, demonizzavano pure il carbone. Così, eliminati e criminalizzati idroelettrico, atomo e carbone, ci siamo buttati su petrolio e gas – salvo poi criminalizzare pure questi ultimi, che però restano la nostra principale fonte energetica. Risultato: mentre sto scrivendo queste righe (7 marzo 2022) il gas è quotato 300 €/MWh, un anno fa era 15.

La guerra? il gas era già a 200 € a fine dicembre, data dell’articolo di HuffPost

Gas: prezzi superano anche i 300 euro per megawattora, +60% a 309 euro – Borsa Italiana

***Gas: prezzi superano anche i 300 euro per megawattora, +60% a 309 euro – Il Sole 24 ORE

Il gasdotto Tap, un anno dopo. In bolletta un memento per i “no tutto” – HuffPost Italia (huffingtonpost.it)

Buon senso

Si fa un calderone di tutto ciò che è nucleare, tutto visto con lo stesso terrore, come se le scorie di Chernobyl avessero una pericolosità assimilabile alle bombe atomiche. E quasi che la bomba di Hiroshima sia assimilabile a quelle all’idrogeno, sviluppate anni dopo in URSS da Sacharov: già la prima bomba, la cosiddetta Bomba Zar, aveva una capacità distruttiva pari a 100 MT, megatoni, 100 milioni di tonnellate di tritolo, cioè 6.000 volte più potente di Hiroshima. Di fatti quella sperimentata il 30 ottobre 1961 fu di potenzialità “ridotta” a 50 Mtoni. E Sacharov ricevette pure il Premio Nobel per la pace…